Allerta meteo, tipologie di rischio e parametri: come funziona e a cosa fare attenzione

In Italia, l’allerta meteo rappresenta un cruciale strumento di protezione civile, distinto da un semplice bollettino meteorologico. La sua funzione è segnalare la probabilità che eventi atmosferici possano evolvere in situazioni di pericolo.

La responsabilità della sua emissione spetta alla rete dei Centri Funzionali della Protezione Civile, sia a livello nazionale che regionale, che elabora le previsioni integrando dati numerici, osservazioni da terra e dal satellite, nonché informazioni idrometriche e idrogeologiche. L’avviso che ne risulta non si limita a descrivere le condizioni meteorologiche attese, come pioggia o vento, ma evidenzia le potenziali conseguenze: allagamenti, frane, piene fluviali, mareggiate e disagi alla viabilità.

pioggia e segnale di pericolo
Allerta meteo, tipologie di rischio e parametri: come funziona e a cosa fare attenzione (DiscoveryLecco.it)

Comprendere la distinzione tra previsione meteorologica e allerta meteo è fondamentale. Mentre la prima valuta l’arrivo e l’intensità dei fenomeni atmosferici, la seconda interpreta queste informazioni in termini di impatto sul territorio. Di conseguenza, la stessa quantità di pioggia può avere effetti diversi a seconda del contesto geografico, risultando innocua in un’area pianeggiante ma critica in un bacino montano ristretto e già saturo.

Per tale motivo, l’allerta viene emessa per specifiche “zone di allerta”, definite in base alle caratteristiche idrogeologiche e idrauliche delle regioni, e ha generalmente una validità di 24 ore, con possibili aggiornamenti in caso di rapido peggioramento delle condizioni.

Le tipologie di allerta e i colori del rischio

Il sistema di allerta italiano si avvale di quattro colori per indicare l’intensità della criticità prevista su tutto il territorio nazionale.

allerta meteo
Le tipologie di allerta e i colori del rischio (Discoverylecco.it)

Eccoli di seguito:

  • Verde: nessuna criticità. I fenomeni previsti non dovrebbero causare impatti significativi.
  • Gialla: criticità ordinaria. Possibili fenomeni localizzati che possono causare disagi specifici, come allagamenti in aree depresse e smottamenti superficiali.
  • Arancione: criticità moderata. Si prevedono criticità più diffuse e persistenti, come frane, innalzamenti significativi dei livelli dei fiumi e interruzioni viarie.
  • Rossa: criticità elevata. Si anticipano scenari estesi e gravi, con possibili alluvioni, frane rapide e seri problemi alla circolazione.

I parametri analizzati per l’emissione di un’allerta includono: cumulati di precipitazione su diversi intervalli temporali, intensità di picco, soglie pluviometriche locali, vento medio e raffiche, quota neve e carico al suolo, stato del mare e altezza d’onda, livelli dei corsi d’acqua, grado di saturazione dei suoli, persistenza dei fenomeni e la loro traslazione. A questi si aggiungono indicatori di impatto, come la risposta storica dei bacini idrografici alle precipitazioni, la presenza di aree a rischio di frana o alluvione e le note criticità urbane. Questo insieme di dati viene costantemente verificato attraverso il nowcasting, che, grazie a radar meteorologici, pluviometri e reti idrometriche, consente di confrontare le previsioni con i dati reali e aggiornare di conseguenza le valutazioni di rischio.

Un elemento da non trascurare è il linguaggio utilizzato nelle comunicazioni di allerta, che parla di “criticità attesa” piuttosto che di certezze. Le previsioni includono infatti margini di incertezza, sia spaziali che temporali, specialmente per quanto riguarda temporali localmente intensi. Per questo motivo, le mappe a colori, pur essendo un utile strumento di sintesi, devono essere interpretate insieme al testo dell’avviso, che fornisce dettagli sulle zone interessate, gli orari specifici, i fenomeni meteorologici rilevanti e gli scenari di impatto previsti.

Questi livelli di allerta si applicano a diverse tipologie di rischio, che possono essere attivate separatamente o insieme a seconda dei fenomeni atmosferici attesi, tra cui rischi idrogeologici legati a temporali, idraulici, vento, neve e gelo, mare e mareggiate, e ondate di calore. Ogni Regione adatta le soglie operative alle proprie caratteristiche territoriali e climatiche, il che può portare a differenze nei livelli di allerta tra aree geograficamente vicine ma appartenenti a zone di allerta diverse.

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