Il Canone Rai rimane al centro dei pensieri e delle polemiche degli italiani soprattutto adesso che nasce il timore che si debba pagare anche se si guarda contenuti tv da smartphone. Ma è davvero così?
Le abitudini televisive degli italiani sono ormai radicalmente cambiate. Le nuove generazioni non guardano quasi più la televisione intesa come strumento per la diffusione del segnale radiotelevisivo, le tv sono diventate “smart” e sono quindi un altro strumento di accesso ai contenuti online, tra i quali ovviamente ci sono i prodotti Rai, grazie all’app Raiplay.

L’offerta delle tv nazionali, in ogni caso diventa sempre più minoritaria, poiché anche quei programmi che generano interesse tra il pubblico vengono fruiti principalmente in pillole attraverso i canali social ufficiali delle trasmissioni o quelli dedicati ad essi da realtà terze come giornali, content creator o semplici pagine Instagram.
Data la tendenza, entro 10-15 anni ci saranno solo poche persone che accenderanno la Tv, preferendo invece fruire di contenuti in modo più smart e rapido, evitando quelle che sono le lungaggini ed i tempi morti delle trasmissioni e del modello televisivo. Ma se sempre più persone abbandonano la Tv in favore di PC, Tablet e Smartphone, il canone Rai chi lo dovrà pagare?
Possibile che la tassa sul possesso del televisore si modifichi nuovamente per diventare una tassa sulla fruizione di contenuti e basta? Ma in quel caso, come si fa a giustificare il pagamento? Come si fa a dimostrare che le persone consumano davvero le produzioni statali? E adesso, chi fruisce di contenuti da smartphone, lo deve pagare?
Il Canone Rai va pagato anche da chi possiede solo uno smartphone?
Il Ministero dello Sviluppo Economico ha recentemente fornito un chiarimento molto atteso riguardo al canone Rai e l’uso di dispositivi mobili come smartphone e tablet per la visione di programmi televisivi. Questa precisazione rappresenta un momento significativo nell’adeguamento delle normative alla realtà tecnologica odierna, risolvendo numerosi dubbi che hanno accompagnato l’evoluzione dei media negli ultimi anni.

La questione del pagamento del canone Rai si applica esclusivamente a coloro che possiedono un apparecchio televisivo capace di ricevere il segnale digitale terrestre o satellitare. Coloro che utilizzano dispositivi mobili come smartphone, tablet o computer per accedere ai contenuti televisivi tramite Internet sono esentati dal pagamento. Questa distinzione è fondamentale per comprendere le responsabilità legate al canone e offre una chiara delimitazione su chi è tenuto al pagamento e chi no.
La decisione del Ministero segna un importante passo avanti nella modernizzazione del sistema di tassazione relativo alla televisione in Italia. Adeguando le norme alle abitudini dei consumatori e alle evoluzioni tecnologiche, si apre la strada a un sistema più equo e rappresentativo del contesto mediatico attuale. Tuttavia, la definizione di “apparecchio televisivo” rimane una questione aperta che potrebbe necessitare di ulteriori chiarimenti, indicando che il dibattito su cosa costituisca effettivamente un dispositivo soggetto a tassazione è tutt’altro che concluso.
Per il momento, la certezza offerta dal Ministero dello Sviluppo Economico permette agli utenti di dispositivi mobili di respirare con sollievo. La conferma che la visione di programmi televisivi su smartphone o tablet non comporta l’obbligo di pagare il canone Rai rappresenta un piccolo risparmio significativo per le tasche degli italiani. In un periodo economicamente complesso, ogni risparmio è benvenuto e contribuisce a semplificare la gestione delle spese quotidiane per milioni di persone.